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Cavo Diotti a Merone

Cavo Diotti a Merone

Cavo Diotti o Cavo Reale, opera idraulica (Merone – Pontenuovo): canale artificiale progettato in epoca napoleonica che da fine ‘800 regola il flusso idrico del Lago di Pusiano e del fiume Lambro.
Venne progettato dall’avvocato milanese Diotti Luigi col preciso intento di collegare il fiume Lambro col Lago di Pusiano per favorire l’attività della pesca, quella d’irrigazione delle terre (anche nei mesi estivi) e per far funzionare i mulini posti a valle, soprattutto nei periodi di secca del Lambro.

La realizzazione del canale fu interessata da molte vicissitudini: la Repubblica Cisalpina ne riconobbe l’utilità e l’eseguibilità, gli Austriaci bloccarono i lavori nel 1799, L. Diotti ripresentò il progetto nel 1800 alla Repubblica ricostituita dai Francesi e nel 1809 i lavori ebbero inizio a spese dello Stato.
Fu nel 1811 che il lago divenne di proprietà del viceré d’Italia Erugenio Beauharnais, figlioccio di Napoleone, così il canale assunse l’appellativo di “Canale Reale”.
I lavori di ultimazione del canale però si bloccarono, così Luigi Diotti presentò ricorso al Demanio dello Stato, ma non vide mai in atto il reale funzionamento della sua tanto amata opera in quanto morì nel 1827 e fu solo nel 1831 che le chiuse del canale vennero aperte.
A metà ‘800 furono realizzate ulteriori opere idrauliche che resero inservibile il canale.
Nel 1877 la “Società dei Lambristi” divenne proprietaria del Lago di Pusiano e presentò un progetto per la riapertura del Cavo, successivamente riattivato nel 1880 con decreto del governo.
Dal dicembre 2008, la Regione Lombardia è diventata proprietaria del Cavo Diotti e la gestione è affidata al Parco Regionale della Valle Lambro.
Quest’affascinante opera idraulica viene chiusa in occasione di determinati eventi meteorologici per poter diminuire la portata del Lambro.
La chiusura dello scarico implica però un repentino innalzamento del livello del Lago di Pusiano per cui, in caso di eventi atmosferici molto intensi, la regolazione consiste in una continua e monitorata apertura e successiva chiusura delle paratoie per evitare danni.
Talvolta ho sentito chiamare questo manufatto “Il Signore delle Acque” penso che il motivo risieda nel fatto che proprio grazie ad esso siano stati scongiurati vari disastri.

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